Per capire la portata e le potenzialità del turismo sostenibile è bene partire da un assunto. Ossia che il turismo, in tutte le sue sfaccettature, genera e condiziona una percentuale dell’economia globale. Basti pensare che secondo le stime del World Travel and Tourism Council (WTTC), nel periodo pre pandemico il 9,5% del PIL dell’Unione Europea e l’11,2% dell’occupazione era direttamente e indirettamente imputabile al turismo, interno e internazionale. Nel 2019 il settore esprimeva complessivamente circa 330 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo, pari al 10,3% dell’occupazione globale. Questi numeri elevati che danno l’idea dell’importanza economica e sociale del turismo hanno avuto, com’è noto, una drammatica battuta d’arresto a causa della pandemia globale del 2020. Basti pensare che in Italia la diminuzione degli arrivi turistici internazionali nel 2020 è stata del 74,7%, mentre quella degli arrivi interni è arrivata fino al 44,1%.
Questo periodo ha dato però l’opportunità al mercato del turismo d’interrogarsi sul suo impatto a livello globale ed è stato un periodo particolarmente fertile per lo sviluppo e l’attenzione riguardo il mercato del turismo sostenibile. Il Catalogo SNA (Scuola Nazionale dell’Ammisitrazione) sullo Sviluppo Sostenibile e Covid-19 ha reso chiaro che se l’industria del turismo vuole tornare a crescere nel mondo post-Covid-19 non deve puntare al ritorno alla normalità del passato ma dovrebbe trasformarsi per contribuire all’affermazione di un’economia globale più sostenibile. In altri termini, l’obbiettivo dovrebbe essere quello di adeguarsi all’Agenda per il 2030 riducendo sensibilmente l’impatto del mercato del turismo. Per fare un esempio di quanto questo aspetto sia importante per raggiungere gli obbiettivi di sostenibilità, basti pensare che in base ad uno studio dell’UNWTO, nel 2016 si sono effettuati circa 20 miliardi di viaggi turistici. Questo dato si traduce in emissioni imputabili ai trasporti turistici per un totale di 1.597 mln di tonnellate di CO2 (un aumento del 62% rispetto al 2005) che rappresentano -sempre con riferimento al 2016 -circa il 22% delle emissioni totali dei trasporti e il 5% delle emissioni complessive di origine antropica (32.100 mln. di tonnellate). É evidente che se non si interviene tempestivamente su questo aspetto e se non si verifica un cambio di rotta questi numeri sono destinati ad aumentare.
Garantire che il turismo riduca i suoi impatti negativi e aumenti quelli positivi sulla dimensione ambientale e socio-economica della sostenibilità è l’obiettivo del turismo sostenibile secondo la definizione proposta dal United Nations Environment Programme (UNEP) e dal United Nations World Tourism Organization (UNWTO).
Per raggiungere questo ambizioso ma necessario obbiettivo sempre l’UNWTO ha raccomandato cinque aree chiave sulle quali dovrebbe concentrarsi il turismo per dare un contributo significativo e sistemico allo sviluppo sostenibile: a) crescita economica inclusiva e sostenibile (SDGs 8, 9, 10 e 17); b) inclusione sociale, occupazione e riduzione della povertà (SDGs 1, 3, 4, 5, 8 e 10); c) efficienza delle risorse, protezione ambientale e cambiamento climatico (SDGs 6, 7, 8, 11, 12, 13, 14 e 15); d) valori culturali, diversità e patrimonio (SDGs 8, 11 e 12); e) comprensione reciproca, pace e sicurezza (SDG16).
Andiamo a vedere ora come quanto appena detto si traduce in numeri e tendenze per i prossimi anni nel nostro Paese.
Recentemente, è stato pubblicato l’XII rapporto “Italiani, turismo sostenibile ed ecoturismo” realizzato da Fondazione UniVerde che ci fornisce un quadro completo ed esaustivo della situazione oggi presente in Italia.
La buona notizia è che cresce dell’86% (+12% rispetto alle ultime sei ricerche) la percentuale degli intervistati che conoscono la definizione di turismo sostenibile e che viene definito dalla maggior parte come quel turismo in grado di rispettare l’ambiente e che mira a ridurre il consumo di energia e di risorse del territorio. È del 76% il totale degli intervistati che lo considera eticamente corretto e più vicino al concetto di preservazione della natura (+3% rispetto alla precedente rilevazione).
Dalla teoria alla pratica, però, solo il 59% si pone il problema di fare scelte che non danneggino l’ambiente anche se rimane una percentuale rilevante che si abbassa ulteriormente però se ad una vacanza più sostenibile corrisponde un aumento dei costi pari il 10 o il 20%. A questo sono disposti il 41% degli intervistati.
Sappiamo però che spesso l’aumento dei costi è solo strumentale ad apparire “green” ma ciò non significa che i consumatori stiano effettivamente pagando una maggiorazione per un servizio più sostenibile. Di conseguenza è importante che i consumatori sappiano come tutelarsi.
In base al suddetto studio risulta quanto segue:
-il 60% degli utenti si basa sulla presenza di pannelli fotovoltaici per capire se la scelta del proprio alloggio è più sostenibile (+2% rispetto alla media degli ultimi dieci anni);
– il 35% pone l’attenzione sull’uso di sistemi per il risparmio elettrico (+2%);
– per il 28% il risparmio idrico;
– per il 23% (+2%) essere Plastic free.
I turisti sostenibili si pongono il problema dei minor impatto possibile durante il proprio viaggio anche in relazione ai servizi e alle esperienze. In particolare valutano positivamente i menù biologici o a km0 (42%, +2%), le operazioni di raccolta differenziata (39%, +2%), le proposta di escursioni ecoturistiche (22%, +3%), la presenza di ricariche o noleggio di auto elettriche o ibride (9%).
Infine, l’attenzione riguarda i trasporti. Risulta che il 68% rinuncerebbe all’auto se la meta fosse raggiungibile in treno; il 61% se sul posto ci fosse il car sharing; il 52% se sul posto ci fosse il bike sharing e il 48% se potesse usare l’autobus per arrivare alla destinazione.
In conclusione, si può affermare che il trend del turismo sostenibile è senz’altro positivo ma ancora di più lo è l’aumento della consapevolezza o anche solo della curiosità dei consumatori che li portano a porsi maggiori domande e a fare scelte più consapevoli e questo avrà necessariamente l’effetto di orientare il mercato del turismo in una chiave più sostenibile.
Realizzato nell’ambito del progetto Scegli Consapevole finanziato dalla regione Emilia-Romagna